FESTIVAL & RASSEGNE

TUTTI I PREMI DELLA XXII EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO

Tutti i premi delle sezioni dell'edizione 2021

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Si conclude l’edizione 2021 del Festival del Cinema Europeo, tutti i premi della ventiduesima edizione. 

 

 

   

Si è conclusa con un bilancio positivo la XXII edizione del Festival del Cinema Europeo diretto da Alberto La Monica, che ha condotto la serata di premiazione insieme a Virginia Panzera.

Un’edizione di nuovo in presenza, ricca di titoli di film provenienti da tutta Europa che hanno sottolineato l’importanza della cinematografia europea nelle sue varie declinazioni. Tanti gli ospiti che sono arrivati a Lecce per presentare i propri film e dialogare con gli studenti e il pubblico: Alessandro Preziosi, Luca e Carlo Verdone, Giovanna Ralli, István Szabó, Carolina Crescentini, Filippo Nigro, Paolo Costella, Paolo Genovese, David Murgia, Ambrogio Lo Giudice, Antonio Palumbo, Silvia Annichiarico, Alice Filippi, Luca Della Grotta, Giandomenico Curi, Giovanna Marini, Luciana Castellina, Erica Mou, Cosimo Damiano Damato e tutti i registi dei film concorso. Presenti anche le istituzioni tra cui Simonetta Dellomonaco, presidente di Apulia Film Commission, Antonio Parente, direttore di Apulia Film Commission, Laura Delli Colli, presidente del SNGCI, Maurizio di Rienzo del direttivo SNGCI, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini e il sindaco di Bari Antonio Decaro.

“Siamo molto soddisfatti di quest’edizione che, finalmente in presenza, ha restituito alla città di Lecce e al grande pubblico l’emozione di tornare in sala – ha sottolineato Alberto La Monica -. Aver dedicato l’omaggio alla Signora del cinema italiano Giovanna Ralli, ha evidenziato come il cinema di ieri possa raggiungere un pubblico di più giovani. Sono grato anche al grande regista ungherese Szabó per aver presentato all’interno della sua retrospettiva anche il suo ultimo film, “Final Report”. Un ringraziamento particolare ai fratelli Verdone per essere vicini al festival ormai da dodici anni”.

Dieci i film in anteprima nazionale selezionati da Alberto La Monica Luigi La Monica per il Concorso Ulivo d’Oro – Premio Cristina Soldano al Miglior Film. La Giuriapresieduta da Mira Staleva e composta da Bonifacio Angius, Marisella Rossetti, Teona Strugar Mitevska Michele Venitucci ha assegnato:

Ulivo d’Oro-Premio Cristina Soldano al Miglior Film a “Fox in a Hole” di Arman T. Riahi con la seguente motivazione: “Il tema della solitudine attraversa tutti i personaggi di questa storia. L’unica via per abbattere questa incomunicabilità arriva attraverso un linguaggio comune dove le parole non servono. La musica, la pittura, aprono le porte dell’espressività, della libertà. Nel film, questa speranza si trasforma in certezza. L’arte ci renderà sempre liberi.”

 
 

Premio Speciale della Giuria ex aequo a “A Good Man” di Marie-Castille Mention-Schaar e a “When I’m Done Dying” di Nisan Dağ con la seguente motivazione:

 “A Good Man” di Marie-Castille Mention-Schaar “Per la capacità di raccontare con forza ed emozione la storia di una coppia non tradizionale e del loro desiderio di avere un figlio; per la maniera intelligente e sensibile di trattare un soggetto non ordinario ma sempre più d’attualità, attorno alle questioni di genere, di identità, di ruoli e dei pregiudizi che anche le persone più vicine ed intime possono avere attorno a queste argomenti.”

“When I’m Done Dying” di Nisan Dağ “Opera prima vibrante e energica attorno ad una generazione abbandonata a sé stessa, nella quale l’utilizzo di elementi di animazione risulta di eccezionale efficacia, al fine di intensificare un’esperienza cinematografica immersiva, mai fuori contesto. La storia si inscrive in un contesto culturale in cui è costante la tensione e contraddizione tra tradizione e aspirazioni delle nuove generazioni alla ricerca di un senso nella vita: in questa ricerca, l’innocenza si perde ma si spera, è anche ritrovata.”

Premio per la Migliore Fotografia a Nadim Carlsen per il film “Psychosis in Stockholm” di Maria Bäck con la seguente motivazione: “La camera immerge gli spettatori in una costante altalena tra percorso interiore nelle pieghe dell’anima e dei ricordi per la madre, e viaggio iniziatico a marcare l’entrata nell’età delle responsabilità per la figlia. La luce ed il movimento rispecchiano con poesia il crescente malessere psicologico, lo spaesamento interiore che si fonde con la scoperta di una città tutta da conoscere, e traduce infine in maniera brillante il labile confine tra ricordi e realtà.”

   

Premio per la Migliore Sceneggiatura a “My Little Sister” di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond con la seguente motivazione: “Splendidamente costruito, scritto e interpretato in modo superbo, girato con eleganza e pazienza, questo è un film che non si può facilmente ignorare. Con intelligenza e maestria, la storia ci porta in un viaggio emotivo di amore, accettazione, connessione tra fratelli e sul valore per la vita. La parola è molto più di una semplice parola, e attraverso dialoghi evocativi e ricchi di suggestioni, il regista propone una dimensione più profonda nella rappresentazione dei legami e della vera connessione.”

Premio SNGCI al miglior attore Europeo a Nina Hoss per “My Little Sister” di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond con la seguente motivazione: “Per la profonda e naturale umanità della sua interpretazione, una sorella che si dedica al fratello attore improvvisamente malato, in cui sa esprimere le sfumature più intime, fino a toccare tutte le corde dell’amore fraterno”.

Il Premio FIPRESCI, attribuito dalla giuria composta da Francesco Maggiore, Cédric Succivalli Bartosz Zurawiecki, è stato assegnato a “A Good Man” di Marie-Castille Mention-Schaar con la seguente motivazione: “Per la sua audacia, il coraggio, l’originalità e la visione progressista di identità e di genere”.

Il Premio Cineuropa, assegnato dal direttore Valerio Caruso, è stato vinto da “Only Human” di Igor Ivanov con la seguente motivazione: “Il film mostra sei volti, sei episodi abilmente collegati da un filo comicità nera. Personaggi disperati si incontrano inconsapevolmente in una moderna metropoli all’eterna ricerca di mezzi per sopravvivere. Il laureato disoccupato diventa becchino, la vedova in lutto una suora, i preti giocano d’azzardo e i gangster governano i tribunali. Malgrado la tragedia, il film diverte e fa nascere speranze attraverso gli occhi di un bambino, quando tutto sembra perso”.

Per la sezione Puglia Show, la giuria, presieduta da Marco Morabito e composta da Luigi Abiusi Giulio Mastromauro, ha assegnato al Miglior Cortometraggio in concorso il Premio CNC – Centro Nazionale del Cortometraggio, il Premio Augustus Color e il Premio Panalight a “Perla” di Alessandro Porzio con la seguente motivazione:

“Per lo sguardo disilluso e poetico al tempo stesso che il regista posa sulle cose: uno sguardo fatto di ossimori, di contrari che convivono e si alimentano a vicenda, che danno conto delle contraddizioni degli uomini e della necessitata ambiguità dell’immagine cinematografica. Qui la rude solitudine del figlio si corrisponde con la determinazione affettuosa della figlia e l’orgoglio e il lucido senso di sconfitta del padre, Fabrizio, che pure nel suo mestiere ha vinto tutto. Resta il silenzio, il riconoscersi non malgrado ma per via del silenzio, o di poche parole ruminate, e per via del freddo, della notte che è spazio che annulla una volta per tutte la distanza”.

La Menzione Speciale a “I don’t Wanna Be Myself Anymore” di Angelo Buongiorno, Teresa Carlino, Marta Palmarini con la seguente motivazione: “Per l’efficacia della messa in scena e della riflessione teorica, per cui l’identità diviene questione puramente cinematografica. Lo stop motion come strumento di una ripetizione infinita dell’essere e dello scomparire, tra uno stop e un movimento; proprio come meccanismo, dispositivo immaginifico, tra uno stacco e l’altro, di possibilità di esistere. Che è una possibilità per la parola, per la frase: possibilità per i segni”.

Il Premio Rai Cinema Channel per la sezione Puglia Show “Klod” di Giuseppe Marco Albano con la seguente motivazione: “Una palla da basket per riuscire a rimanere a galla nelle acque profonde e pericolose del Mar Mediterraneo, un mare che unisce e, talvolta, divide, un mare in cui galleggiano i sogni di un giovane immigrato albanese che sarà protagonista di una storia di ispirazione, di rivincita e di speranza, per chi ha necessità di ricostruirsi una nuova vita”.

Premio Unisalento, decretato dalla giuria del Cineclub universitario dei corsi di laurea DAMS e Progettazione e Gestione dei sistemi produttivi audiovisivi e performativi dell’Università del Salento, assegna il premio al cortometraggio “Perla” di Alessandro Porzio con la seguente motivazione: “Per la fotografia descrittiva che con un’accurata palette cromatica riesce a trasmettere il contrasto fra la dimensione familiare e pubblica. Per la caratterizzazione dei personaggi, la direzione degli attori e la matura interpretazione degli stessi, favorita dall’essenzialità dei dialoghi. Per la regia che riesce a veicolare la delicatezza del tema trattato”.

Il Premio Mario Verdone, giunto alla XII edizione e assegnato dai fratelli Carlo, Luca e Silvia Verdone è stato vinto da Alice Filippi per il film “Sul più bello” con la seguente motivazione: “Un piccolo grande film che riesce a trasformare perfino nei colori la tradizione del ‘dramedy ‘ più amato dai giovani di tutto il mondo. Sul più bello parte dalle lacrime ma diventa un racconto pop in cui perfino un amore impossibile riesce a vincere sul tema della malattia. Alice mette in scena con leggerezza il valore della vitalità e dell’ironia, rendendo letteralmente vibranti le emozioni di una ragazza sfortunata senza chiedersi se la sua ‘sfiga’ sia tutta colpa delle stelle ma giocando sulla normalità dei suoi desideri impossibili. Il risultato è un film di quelli che Hollywood sa fare benissimo al quale, però, la sua regia aggiunge qualcosa di politicamente ‘scorretto’ che fa vincere il coraggio di crederci ad ogni costo”.

Menzione Speciale a Francesco Dafano e Luca Della Grotta per il film “Trash” con la seguente motivazione:

“Una storia e un grande lavoro nell’animazione, tutta italiana, che diverte ma soprattutto parla, con tenerezza, non solo di solidarietà ma di resilienza, affrontando il tema sociale del riutilizzo dei rifiuti. Trash è anche una storia sul valore delle seconde possibilità che possono esserci per tutti, invitando i protagonisti, come anche i più piccoli spettatori al coraggio di cercarle, magari insieme”.

Il Premio Emidio Greco, giunto alla nona edizione, ha l’intento di premiare un giovane autore italiano (massimo 35 anni) per il suo talento nella realizzazione di un cortometraggio. Il comitato di selezione, composto da Lia Furxhi (Direttrice Centro Nazionale del Cortometraggio), Alberto La Monica, la giuria della famiglia Greco, ha assegnato il premio a va a Li Paradisi di Manuel Marini con la seguente motivazione: “Esiste un terreno nel quale la realtà invade il cinema con prepotenza e nel quale il cinema riesce a raccontare la realtà con una onestà disarmante. È su questo terreno che, con una fotografia mai eccessiva e con una recitazione calibrata e coinvolgente, prende vita il cortometraggio vincitore della nona edizione del Premio Emidio Greco. Per il realismo del racconto, per il simbolismo mai sterile e mai fine a se stesso e per la capacità di sintetizzare in immagini potenti l’anima di un territorio”.

Il Premio Rotary Club Lecce, scelto tra tutti i titoli presentati al Festival, viene assegnato a un film che per tematiche e forma narrativa sia particolarmente vicino alla mission (“We serve”) della prestigiosa associazione umanitaria. La giuria composta da Maurizio Guagnano (Presidente), Vito De PaceSimone De TommasiAndrea TavassiLuca Bandirali (docente di cinema, fotografia e televisione presso Unisalento), ha assegnato il riconoscimento a “La macchina delle immagini di Alfredo C.” di Roland Sejko, con la seguente motivazione: “La macchina delle immagini di Alfredo C.” è un’opera che abbiamo scelto di premiare per la felice corrispondenza con l’orizzonte valoriale del Rotary, con particolare riferimento all’importanza delle esperienze del passato per migliorare e proiettarci nel futuro con maggiore consapevolezza. Il film di Roland Sejko, sottolineando l’importanza cruciale dell’archivio e assegnando al cinema la funzione della documentalità e della memoria storica, riflette in profondità sul senso morale della produzione di immagini. La cinepresa del protagonista diventa una macchina del tempo che consente allo spettatore di accedere a un passato rimosso e di fare luce su una grande vicenda collettiva degli italiani in Albania durante e dopo la seconda guerra mondiale; il percorso nella memoria, scandito da preziose immagini d’archivio, è accompagnato da una guida straordinaria, l’attore Pietro De Silva nei panni del cineoperatore Alfredo, e dalle musiche meravigliose di Riccardo Giagni”.

 

 

 

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