Con la proroga alle limitazioni dell’ ultimo decreto il governo ha definitivamente condannato a morte il settore dello spettacolo.
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Che i lavoratori dello spettacolo siano sempre stati considerati lavoratori serie B è un dato di fatto, ma ciò che sta succedendo in queste settimane è davvero sconvolgente. Chi lavora nel settore dello spettacolo ha fatto della sua enorme passione un mestiere e lo porta avanti con sacrifici raramente comprensibili dall’esterno, sacrifici ripagati dalla coscienza che il teatro, la danza, la musica arricchiscono la vita delle persone. Purtroppo questa coscienza non è rappresentata nelle sedi opportune, quindi coloro che suonano, coloro che danzano, coloro che cantano, coloro che recitano, coloro che fanno spettacoli dal vivo sono indifferenti, sostanzialmente invisibili e del tutto, completamente, inutili. Dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha dato le linee per le ripartenze delle prossime settimane tutto quello che prima era soltanto una paura è purtroppo diventata un’amara realtà
Sono sospese le manifestazioni organizzate, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura con la presenza di pubblico, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, quali, a titolo d’esempio, feste pubbliche e private, anche nelle abitazioni private, eventi di qualunque tipologia ed entità, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività; l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose; sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Dal caos nel mondo della musica al blocco delle produzioni audiovisive, passando per la chiusura dei teatri i danni economici e posti di lavoro in fumo. Il settore dell’audiovisivo il cinema, la fiction, l’intrattenimento tv muove ogni anno la cifra complessiva di quasi miliardo di euro, 380 milioni per le fiction, 320 milioni per l’intrattenimento tv, 250 per il cinema e 50 milioni tra documentari e animazione, a questi vanno aggiunte le perdite derivanti dalla chiusura delle sale cinematografiche.
Cancellate le date degli artisti italiani e internazionali, la sospensione dei concerti tira dietro di se tutti i lavoratori del comparto, fonici, operatori delle luci, tecnici, ecc. 60 mila lavoratori circa. Le stime di Assomusica parlano di perdite intorno ai 350 milioni di euro solo per il settore live . Senza contare tutto l’indotto che un concerto di grandi dimensioni porta con sé in termini di turismo, ristorazione, viaggi e che al momento si stimano in circa 600 milioni di euro. Ammontano a circa 170 milioni di euro i danni stimati dall’Agis per il teatro. E’ emergenza per tutto il comparto che va dai maggiori teatri lirici italiani ai teatri di prosa pubblici e privati. E mentre molte categorie di lavoratori hanno già iniziat, e altri nella peggiore delle ipotesi potrebbero ripartire dal primo Giugno, Attori, registi, orchestrali, scenografi, parrucchieri, sarti, truccatori, tecnici audio e video non si sa quando potranno tornare a lavorare.