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FUOCO SACRO – IL TALENTO E LA VITA

Continua il viaggio di Paolo Di Paolo nelle vite tormentate e visionarie di quattro grandi autori del Novecento italiano

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Cesare Pavese ed Elsa Morante, interpretati da Pietro  De Silva e Sonia Bergamasco, sono al centro di due nuovi episodi della serie ideata e diretta da Samuele Rossi per laF .

 

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Lunedì 3 febbraio alle ore 21.10 in esclusiva su laF (Sky 135), torna la produzione originale laF – la TV di Feltrinelli “FUOCO SACRO – Il talento e la vita” – realizzata in co-produzione con EchiVisivi: un viaggio con la narrazione appassionata dello scrittore Paolo Di Paolo nelle vite di quattro grandi autori del Novecento italiano – Alda Merini, Luciano Bianciardi, Cesare Pavese ed Elsa Morante – interpretati da Federica Fracassi, Paolo Sassanelli, Pietro De Silva e Sonia Bergamasco.
Paolo Di Paolo ripercorre le loro biografie – ogni puntata un autore, ogni autore un libro decisivo – esplorando cosa si nasconde dietro l’immagine di questi uomini e queste donne dai talenti tormentati che hanno dato vita a opere visionarie. Dopo aver raccontato le vite di Alda Merini e Luciano Bianciardi, “FUOCO SACRO – Il talento e la vita” riprende il suo racconto con due nuovi capitoli, entrambi in onda lunedì 3 febbraio, “Cesare Pavese – Da C. a C.” ed “Elsa Morante – Sulle tracce della madre”.
“È la prima volta che faccio il consuntivo di un anno non ancora finito. Nel mio mestiere sono il re. In dieci anni ho fatto tutto. Se penso alle esitazioni di allora… Nella mia vita sono più disperato e perduto di allora. Che cosa ho messo insieme? Niente.”. Sono queste le parole che Cesare Pavese scrive nel suo diario – pubblicato postumo nel 1952 con il titolo “Il Mestiere di vivere”. Da qui inizia il racconto di Paolo Di Paolo nella vita dello scrittore piemontese, che a 42 anni, ha raggiunto l’apice della sua carriera ricevendo solo un mese prima il Premio Strega per il romanzo “La Bella Estate”; un successo che tuttavia non riesce a colmare quella che lui stesso definisce un’“angosciosa inquietudine”: “Ora so qual è il mio più alto trionfo – scrive infatti nel diario – e a questo trionfo manca il sudore, manca la carne, manca il sangue, manca la vita. Non ho più nulla da desiderare su questa terra, tranne quella cosa che quindici anni di fallimenti ormai escludono. Questo il consuntivo dell’anno non finito, e che non finirò”.
Arricchita dall’interpretazione di Pietro De Silva, la narrazione ripercorre la vita dello scrittore, a 70 anni dalla morte, dall’infanzia nelle Langhe, che gli ispireranno il suo capolavoro “La luna e i falò”, agli amori infelici, in particolare l’ultimo, per l’attrice Costance Dowling, di cui scriverà nelle ultime pagine del suo diario e nella raccolta di poesie “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”. Una sofferenza che lo porterà all’estrema decisione, anche se, come scrive nel diario poco tempo prima di morire: “Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla”.
Segue il racconto della vita di Elsa Morante, interpretata da Sonia Bergamasco attraverso le parole del suo ultimo e più misterioso romanzo, “Aracoeli”, scritto tra il 1976 e il 1982: la storia di un omosessuale quarantenne ossessionato dal ricordo dell’infanzia e dal rapporto con la madre deceduta, che parte per la Spagna in cerca delle sue origini “spinto da una pulsione disperata che stimola a cercare i morti non solo nel tempo ma nello spazio”. Un libro in cui emerge, con ancor più forza, la centralità del ruolo della madre nella scrittura di Elsa Morante e il doloroso conflitto materno che ha accompagnato tutta la sua vita fin dall’infanzia, vissuta nel quartiere Testaccio di Roma.  Quando il libro viene pubblicato la scrittrice è sfinita dalla scrittura. Le polemiche intorno al romanzo la turbano, nonostante il clamoroso successo e la vicinanza dei lettori che le scrivono lettere appassionate, scorgendo tra le pagine del libro la sua sofferenza. Nel 1983, a pochi mesi dalla pubblicazione, tenta il suicidio. Non scriverà più e morirà due anni dopo per un infarto. A chiudere il racconto, le parole di “Aracoeli” che lasciano trasparire la fatica e il dolore di vivere della scrittrice.
“Ogni creatura, sulla terra, si offre. Patetica, ingenua, si offre: ‘Sono nato! eccomi qua, con questa faccia, questo corpo e quest’odore. Vi piaccio? mi volete?’. Da Napoleone, a Lenin e a Stalin, all’ultima battona, al bambino mongoloide, a Greta Garbo e a Picasso e al cane randagio, questa in realtà è l’unica perpetua domanda di ogni vivente agli altri viventi. Vi piaccio? Mi volete?”.
Paolo Di Paolo è nato nel 1983 a Roma. Ha pubblicato i romanzi Raccontami la notte in cui sono nato (2008), Dove eravate tutti (2011; Premio Mondello e Super Premio Vittorini), Mandami tanta vita (2013; finalista Premio Strega), Una storia quasi solo d’amore (2016), Lontano dagli occhi (2019) tradotti in diverse lingue europee. Molti suoi libri sono nati da dialoghi: con Antonio Debenedetti, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Antonio Tabucchi, di cui ha curato Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli, 2010), e Nanni Moretti. È autore di testi per bambini, fra cui La mucca volante (2014; finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi), e per il teatro. Samuele Rossi esordisce alla regia di lungometraggio nel 2011 con La strada verso casa, ottenendo un ottimo riscontro di critica in Italia e all’estero. L’anno dopo fonda la società di Produzione Cinematografica ECHIVISIVI. Nel 2014 esce il suo primo film documentario La Memoria Degli Ultimi cui segue nel 2016 Indro. l’uomo che scriveva sull’acqua, finalista ai Nastri D’Argento Doc 2017, e nel 2017 Biografia di un amore. Nel 2018 produce Se di tutto resta un poco. Sulle tracce di Antonio Tabucchi per la regia di Diego Perucci. Attualmente è in produzione con il suo nuovo film di finzione Glassboy.

 

 

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