Ci ha colpiti la frase di Confucio ad inizio libro: “abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne una sola.”.Speranza, credo, convinzione che non tutto è stato detto e fatto?
Ognuno di noi, ad un certo momento della propria esistenza mette un punto, e di lì ricomincia. Qui il protagonista dopo un trascorso come monaco ortodosso all’interno di un monastero del Monte Athos, dopo un amore “proibito” consumato con un compagno di studi, anch’egli monaco, e dopo aver lasciato gli abiti monastici, a cinquant’anni diviene docente dell’Università di Salonicco, ricominciando in tutto e per tutto un nuovo percorso…
Il protagonista è Sotiri, che abbiamo già incontrato nel suo precedente romanzo. Come lo ritroviamo nella “Seconda vita”?
Un uomo provato che non si è mai abbattuto e che ha avuto il coraggio di denunciare abusi e prepotenze subite nei monasteri. Oggi un uomo che riscopre un amore eterosessuale verso una giovane assistente della sua stessa università.
Due donne contraddistinguono la rinascita del protagonista: Madalen e Sia. La passione che ritorna a cinquant’anni… una bella istantanea di questo romanzo!Le donne sono sempre al primo posto nei miei romanzi. Madalen e Sia sono gli stereotipi delle compagne di una vita, del bianco e del nero, della moralità e dell’infedeltà, dell’istinto e della ragione.
Sotiri è un docente di Filosofia. Quanto facilita il lettore l’approccio ad un “romanzo interiore”?
Essere un sociologo mi facilita il compito di entrare nei miei personaggi con impegno e costanza. Il fatto poi che il protagonista sia un docente di Filosofia Teoretica condisce il romanzo di situazioni al limite e percorsi intimistici.
Il rapporto con Dio, la sua presenza nei momenti cardine dello scritto, caratterizza un romanzo impregnato di fede?
Il percorso di Sotiri tocca la devozione e la formazione cristiano-ortodossa ma nello stesso tempo si tinge di quella laicità che ognuno di noi, anche il più credente, conserva nel proprio animo.Essere credenti non esclude l’essere laici e viceversa. Sotiri è scottato dal suo trascorso monacale ma non lo rinnega. Ne coglie sempre l’aspetto positivo, e i suoi incontri con Dio ne sono la testimonianza. Nonostante sia un ex monaco del Monte Athos, Sotiri riesce a rivivere una vita sempre molto attiva. Il lettore è mantenuto in tensione grazie ad un racconto avvincente. I posti descritti penso che li conosce abbastanza bene…Sono sempre molto importanti nella mia scrittura. Cerco di offrire al lettore una mappa geografica il più veritiera possibile in modo che possa anche avere facili riscontri. La Grecia la amo e sicuramente la conosco meglio della mia patria.
Un altro romanzo ambientato in Grecia, una sua caratteristica. Ha mai pensato di pubblicare un romanzo che non parla di Grecia oppure di pubblicarne uno direttamente in terra ellenica?
Il prossimo romanzo che uscirà nella primavera del 2017 e che ha vinto il “Premio Antonio Semeria Casinò di Sanremo” è il primo romanzo, dopo sei, che non è ambientato in Grecia. Tratterà l’amore e la guerra di un sommergibilista della seconda guerra mondiale.
Lei ha scritto una raccolta di introspezioni, un saggio, sei romanzi e un inedito. Come lo definirebbe nel genere “La seconda vita”?
Decisamente un romanzo interiore, una storia che ti scava dentro e ti rende protagonista indiretto nella storia di Sotiri.
La sua tecnica di scrittura appare molto articolata. Cura in maniera precisa i suoi personaggi dipingendoli a tinte forti e a volte avvolgendoli in un mistero difficilmente penetrabile. È sociologo anche nello scrivere un romanzo?
Come dicevo prima amo entrare nei miei personaggi. Li costruisco minuziosamente trasportandoli dalla vita reale di tutti i giorni in quella calda ed ovattata del romanzo. Appartengono alla realtà, sono amici e conoscenti, ma tra le righe, possono cambiare sesso, età e religione. Questa è una mia caratteristica…
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