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INTERVISTA A SARAH COLLU

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Sono appena iniziate le riprese del primo lungometraggio del saccense Vincent Navarra, che sarà girato in Sicilia, tra Sciacca, Caltabellotta, Gibellina e Sambuca. Grazie all’evocativo titolo “Rayana”, possiamo già respirare l’odore della terra siciliana. Film drammatico, ambientato tra il 1948 e il 1986, in un continuo andare e tornare tra due realtà parallele, a volte distanti e a volte tangenti. Incontriamo Sarah Collu, attrice lombarda d’adozione, di origini sarde e campane, che in “Rayana” interpreta Rosalia, la fidanzata di Peppino

Sarah, raccontaci qualcosa che ci faccia innamorare di “Rayana”…
Chiudi gli occhi. Senti sulla pelle il calore del sole della Sicilia, nelle narici odoredi terra, profumo di uva scaldata e pestata, un profumo dolce che inebria.Nelle orecchie voci: di donne, di uomini, di bambini. Che parlano con una cadenzadolce, melodica, con un ritmo unico e inimitabile, che è il ritmo della terra stessada cui provengono. Una radio che annuncia. Cicale. Immagina che qualcuno ti stia raccontando una storia. E’ una storia di uomini nel loro tempo e nella loro terra, una storia di legami indissolubili vecchi come il mondo stesso, di richiami cui non si può resistere. Di menti protese verso orizzonti nuovi e piedi affondati nelle radici della propria famiglia. Vecchio e nuovo, giovani e meno giovani, uomini e donne, libertà e nodi. Qualcosa che vi lascerà una sensazione di malinconia e una voglia indicibile di saperne di più. E di tornare. Non so dove… ma tornare

   

Che brividi… Sicuramente abbiamo voglia di saperne di più! Ci parli del ruolo che interpreti in questo esordio di Vincent Navarra?
Il mio ruolo è quello di Rosalia, la ragazza con cui Peppino, uno dei protagonisti,ha un contatto intenso e importante (almeno per i costumi dell’epoca…) che prelude a… non vi dico tutto! Altrimenti poi vi tolgo il gusto di S.Collu 1vedere il film! Rosalia è forte, la vediamo in una scena in cui esprime un sentimento che mi appartiene molto: la gelosia. Mi dà l’idea di sapere molto bene cosa vuole, e COME la vuole. Non le bastano le parole… ha bisogno dei fatti, delle prove tangibili. È una che non si lascia intimidire, né prendere in giro. In questo ci somigliamo molto. La distanza tra noi è l’epoca in cui viviamo, può sembrare ovvio, ma, dovendo interpretare un personaggio così vivo e presente a sé stesso, non lo è. Dovrò incanalare emozioni che mi appartengono in un linguaggio diverso dal mio: scarno, essenziale. Io userei molte più parole di Rosalia, e parole piùforti. Lei sa arrivare dritta al punto con poche frasi mirate, forti e incisive. Nella Sicilia del secondo dopoguerra, credo che lei sarebbe stata una donna “moderna”: una col coraggio di affrontare un uomo e dirgli che, se la vuole, deve
comportarsi in un certo modo. Se lui può giocare, allora anche lei può dire frasi che non abbiano un seguito nelle azioni… niente promesse, insomma. Mi sembra abbastanza vicina alla mentalità moderna, o no? Una che crede nell’uguaglianza di responsabilità e doveri tra uomo e donna. E credo che a Peppino piaccia anche per questo.

In che cosa questo personaggio ti metterà alla prova?
Per me è una prova importante: non sono siciliana ma reciterò con la cadenza tipica della Sicilia. Il regista ha avuto fiducia in me dopo che durante il provino ho mostrato di saperlo fare. Sono una tra i pochi attori non siciliani del cast.. Forse l’unica nata al nord. Sono onorata e spero di essere all’altezza del compito. Amo la Sicilia, e i siciliani. Amo la terra, il cibo, il mare, amo l’amore dei siciliani per la loro casa e l’ardore che mettono nel loro modo di esprimersi. Dovrò calarmi in un tempo passato, comprendere i limiti e gli spazi, le regole sociali e famigliari che lo caratterizzano, e in questo vivrò nei panni di una personalità forte e intensa, che ha molto in comune con me ma che deve esprimersi diversamente e essere compatibile col tempo in cui vive.

Per arrivare a questa interpretazione, quali strumenti hai messo nella “valigia dell’attore”?
Ho due zie acquisite che sono una di Catania e una di Partanna, e ascoltandole mi esercito a parlare con il giusto ritmo e il giusto accento, osservandole comprendo il significato di quella che io chiamo “sicilianità”: un insieme di atteggiamenti, modi di fare, convinzioni, forze che muovono le azioni quotidiane, ricette di cucina, proverbi, racconti di vita, storie di legami con la terra che entrambe amano e a cui appartengono. Loro mi aiutano a calarmi in questo mondo pur essendo due donne moderne e lontane dall’epoca in cui il film si svolge: le guardo e vedo qualcosa che non so spiegare, ma che identifico nella forza che vorrei avesse la mia Rosalia. Zero prove, solo lettura della sceneggiatura, secondo il volere del regista. Sarò Rosalia, hic et nunc. Pochi pensieri e molta azione. Nella valigia non mancheranno la curiosità, l’entusiasmo , l’eccitazione per questa nuova esperienza. Né l’umiltà e la voglia di imparare (e di “rubare”) dai miei colleghi e dal regista. Sarà una grande occasione di crescita e studio per me.

Sappiamo che vivi tra Varese, Milano e Roma per seguire tutti i progetti che ti stanno a cuore: vuoi condividere con noi la passione che ti fa muovere in giro per l’Italia?
Il mio è un lavoro che ti porta a vivere spesso con la valigia in mano.  E’ il suo bello. E il suo limite. Qualche anno fa lo temevo, e mi sono allontanata. Poi ho ripreso in mano le redini e ho vissuto un anno a Roma, dove ho studiato e lavorato, dove ho conosciuto colleghi e registi e dove ho arricchito quella valigia di esperienze e di copioni e di provini. Ne ho fatta di strada per arrivare fino a Rayana… e non mi fermo mai. Tornata a Varese, S. Collu 2in attesa di andare sul set a Sciacca, ho organizzato con mio marito Vittorio Bizzi (regista che presto vedremo al suo esordio in un mediometraggio di cui ha curato anche la sceneggiatura) e la collega regista e attrice Serena Nardi una stagione teatrale di sei spettacoli che ha avuto un grande successo di pubblico (in 5 serate più di 450presenze) e sto programmando una stagione invernale di 8 date. Nel frattempo lavoro a Milano, dove collaboro con diverse case di post produzione per lavori di speakeraggio e con diverse compagnie teatrali. A Bodio Lomnago, presso Villa Bossi, importante sede di una Accademia di alto perfezionamento musicale e di vari eventi culturali e privati, ho in programma di organizzare masterclass di recitazione e di commedia dell’arte in collaborazione con la scuola Teatro Nuovo di Varese . Da quasi 4 anni gestisco con Andrea Benvenuto e Vittorio Bizzi il workshop permanente Teatri Speziati, che quest’anno produce il suo primo lavoro teatrale inserito nella stagione Red Carpet Teatro. A breve reciterò nel mediometraggio di Vittorio Bizzi dal titolo “Giunchi”, e nel documentario diretto sempre da lui che ha per oggetto uno studio sul racconto “La Gilda del Mac Mahon” di G. Testori. Progetti di insegnamento per il nuovo anno, e un’importante idea di lavoro su un tema di drammaturgia contemporanea in collaborazione con Serena Nardi e Chiara Spoletini. Che dire? Non mi annoio di sicuro, non posso permettermi di assopirmi… ho un sacco di idee e di colleghi con cui ogni giorno trovo qualcosa di nuovo su cui valga la pena lavorare e studiare. Non ci lasciamo fermare dalla mancanza di tempo, o di soldi. Ci crediamo. Rayana è un grande traguardo, ma per me è soprattutto un inizio… un trampolino, un momento di prova per mostrare di saper volare fin qui. E oltre. Mai sola, ma sempre con questa passione che mi brucia dentro, e con i compagni giusti al fianco.

Grazie Sarah, in bocca al lupo per tutto e arrivederci presto in Rayana…
Crepi. Arrivederci…

 Intervista a Sarah Collu curara da  Marta Massar

 
 

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