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“Invade – The trash series”

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Invade – The trash series” è una web serie nuova di zecca, al punto che per ora è disponibile soltanto l’episodio pilota; la stagione completa comprenderà una decina di episodi da poco più di dieci minuti l’uno, che verranno resi disponibili al ritmo di uno al mese. Creata da Kempes Astolfi & Stefano Donato, la serie nasce con l’idea di trattare il tema dello stalking in modo divertente, in chiave comica, cercando di sdrammatizzare un argomento tristemente attuale. La storia di base appartiene al filone delle narrazioni “tratte da una storia vera”: gli ideatori, nella creazione del personaggio principale, si sono infatti ispirati a un personaggio locale che si trovò anche al centro di alcuni fatti di cronaca non del tutto chiariti. Questo stesso spunto era già stato sviluppato in due cortometraggi firmati dallo stesso Astolfi, e infatti nel logo della serie si può leggere chiaramente il numero tre, come se si trattasse di un’ideale continuazione: certo non si può dire che la numerazione risulti facilmente comprensibile a chi non ha avuto modo di seguire da molto vicino la carriera del regista, ma per chi si appassionerà alla serie potrebbe essere interessante andare a ripescare anche i due lavori precedenti.

Lui insegue lei, ma tre gruppi di persone inseguono lui”: questa la sinossi più stringata, ma comunque esaustiva, con cui è possibile descrivere il concept narrativo su cui è stato sviluppato l’intero intreccio della serie, che si dipana nel cuore medievale di un’assolatissima Tarquinia. Innumerevoli sono gli spunti visivi veramente interessanti, come l’idea di descrivere una scena di combattimento ricreando con una perfezione davvero fuori dal comune la scena di un notissimo videogioco, e la recitazione, soprattutto per quanto riguarda i personaggi secondari, è molto curata, così come anche le tante coreografie, che riescono nel difficile compito di rendere credibili le più strampalate invenzioni visive. Il montaggio è precisissimo e in generale si fa davvero fatica a trovare delle pecche a livello tecnico; allo stesso modo la regia sembra essersi concentrata proprio sulla caratterizzazione dei personaggi, tanto che i loro movimenti, studiati e curati fin nel più piccolo dettaglio, li fanno assomigliare più a dei cartoni animati che a delle persone in carne e ossa, stupendo (piacevolmente) lo spettatore ad ogni occasione. Tutta l’estetica sembra infatti essere stata presa in prestito dal mondo dell’animazione, del fumetto e dei videogiochi piuttosto che da quello del cinema: perfetto per una serie che vuole proporsi come parodia di un certo tipo di narrativa, affrontando un tema decisamente serio e di strettissima attualità come quello dello stalking con un piglio comico e un intento sdrammatizzante.

   

Come già detto, dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte ad una web serie che fa uno sfoggio di tecnica davvero notevole, sia da un punto di vista registico, ma in particolare per quanto riguarda la post produzione. Molti effetti speciali presenti in questo primo episodio sono davvero in grado di colpire anche lo spettatore più smaliziato e si tratta per lo più di soluzioni visive che fino a poco tempo fa erano appannaggio esclusivamente di grosse produzioni: vederle in un ambito di questo tipo, una web serie a “zerobudget”, per quanto si tratti di una definizione certamente elastica, fa ancora un certo effetto. Ma è proprio qui che iniziano le note dolenti: se i primi minuti sono effettivamente divertenti e il ritmo davvero sostenuto permette alla narrazione di svilupparsi quasi senza sforzo, con il passare del tempo si fa sempre più strada l’impressione che il filo narrativo diventi un’esile scusa per effettuare un continuo sfoggio di tecnica. Le trovate comiche non mancano, e la performance del parruccatissimo protagonista è indubbiamente notevole, ma non sempre le gag sono efficaci e alcune scelte sembrano davvero superflue, quasi ci si trovasse di fronte ad un esercizio di stile. Il leit motiv dell’inseguimento rimanda a delle dinamiche proprie di un cinema lontano da quello attuale, e questo è sicuramente un bene, ma è un gioco che diverte solo se dura il giusto, e 12 minuti di episodio tutto inperniato su questa struttura sembrano francamente eccessivi. Certo non si può non lodare l’intento e le tante soluzioni realizzative quantomeno brillanti, ma ci auguriamo davvero che i prossimi episodi non siano semplicemente basati su una struttura narrativa clonata da questo pilota, e che le eccellenti competenze tecniche vengano messe al servizio della narrazione, non viceversa.

 
 
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