CINEMA INDIPENDENTE

The sweet hand of the white rose di Davide Melini

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Davide Melini, autore romano, classe 1979, con all’attivo tre cortometraggi e buone esperienze a fianco di personaggi di notevole caratura (ad esempio è stato assistente alla regia per La terza madre di Argento), ci presenta questa volta The sweet hand  of the white rose. Il film è un fanta-horror della durata di 16 minuti,  e stato prodotto e diretto dallo stesso regista , è stato girato a Málaga nel 2010, in cinque giorni, ma con ben quattro mesi di pre-poduzione. Marco, vive di alti e bassi, classica situazioni di chi vive un disagio esisteziale. Per sfuggire a questo disagio  decide di percorrere con la sua macchina  una strada in collina.Marco è però  assalito dai rimorsi, dalla rabbia, e guida senza avere il controllo della sua auto. Ad un tratto , dall’altra parte della strada, spunta una bambina , in sella alla bicicletta. Marco, intento a scrivere un sms, non la vede, e, inevitabilmente, la investe. Il senso di colpa invade Marco, che, in una notte di pioggia, si reca al cimitero, per raggiungere il loculo che conserva il corpo della bambina. Ma è davvero così? O è solo il frutto dell’immaginazione? E quali saranno le conseguenze di questa tragedia?

 Dal punto di vista tecnico l’ultimo lavoro di Melini è superiore al precedente The puzzle , perché  evidenzia una maggiore predisposizione alla ricerca della perfezione, che viene raggiunta sia a livello scenografico e musicale , sia  livello fotografico, regalando allo spettatore immagini dense di colore, anche nel buio di un cimitero, visitato di notte. Una menzione va soprattutto al montaggio alternato che porta i protagonisti verso l’incidente e ci lascia col fiato sospeso, nascondendo i particolari senza nuocere alle emozioni. Lo stesso però non può dirsi per la sceneggiatura, che, a differenza di The puzzle, risulta meno creativa, in quanto il tema di cui si compone è stato fin troppo sfruttato. Il finale sentimentalista, poi, appare è un po’ forzato.

   

Ma nell insieme possiamo afferamare che  The sweet hand  of the white rose è  un film ben riuscito con  finale che  sorprende tutti, e che in un attimo stravolge tutto quello che avevamo pensato fino a quel momento, prendendo una piega inaspettata carica di pathos e intrisa di una malinconica poesia che ci costringe a fermarci per riflettere  ha riscontrato ottimi successi in vari festival e al momento é stato proiettato in ben tre continenti: Europa (in Spagna, dove attualmente il regista risiede e lavora), America (negli Stati Uniti) e Africa (in Sudafrica). Tra questi eventi, quelli che maggiormente spiccano sono il “Festival del Cinema di Málaga” (uno dei più importanti della Spagna) e il “South African Horrorfest” (in assoluto il più importante evento horror in Africa).

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