Tra fiction e cinema d’autore, il noto regista Luigi Parisi parla della sua esperienza all’ Ariano International Film Festival.
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Luigi Parisi è tra i registi più noti del panorama cinetelevisivo italiano, i suoi lavori spaziano dalla fiction al cinema d’autore. tra le tante opere che ha firmato ricordiamo L’onore e il rispetto, Caternia e le sue figlie, Sangue caldo, Tudiska, The strage case of Emily Gray e tante altre.
Buongiorno Luigi, e benvenuto su iMOVIEZ Magazine, lo scorso anno sei stato in concorso con un tuo film all’ AIFF , mentre quest’anno sei uno dei giurati che decreteranno i vincitori, raccontaci la tua esperienza da partecipante e da giurato.
Buongiorno a tutti i lettori, si ho partecipato lo scorso anno come regista con un mio film, devo dire che la prima cosa che mi ha colpito dell’ Ariano Film Festival è stata l’organizzazione. Un festival organizzato in maniera strordinaria, dove si respira l’aria del grande festival. Ma la vera sopresa è stata l’utilizzo finale del festival stesso ossia la proiezione. Le proiezioni sono fatte con una qualità video ed audio notevole, difficilmente riscontrabile in molti festival e di festival ne ho girati parecchi, e questo rende merito all’organizzazione dell AIFF. Quali sono le sensazioni da giurato? innanzitutto diciamo che le opere sono riprodotte in maniera corretta grazia appunto alla qualità audio video eccellente, questo ovviamente ci permette di poter giudicare al meglio la pellicola che stiamo visionando.
Stando alla tua esperienza, cosa pensi della qualità delle opere pervenute per questa quinta edizione?
La qualità dei film proposti quest’anno almeno per quello che ho visto io è eccellente, ho visto opere soprattutto internazionali di ottima fattura, prodotti che potrebbero andare benissimo sul grande schermo e sia come serie televisive. Montate con grande professionalià, girate con una straordinaria tecnica, attori di grande livello, non ci sono nomi famosi ma la fattura è davvero incredibile, prodotti davvero eccellenti.
Ritieni che festival come l’AIFF siano importanti per regiti, autori o produttori indipendenti?
I festival in generale ritengo siano il bacino ed il riscontro di quello che è l’attualità del mondo cinematografico. L’AIFF è un festival che punta molto in alto, ed sicuramente una grossa vetrina per chi ci partecipa.
Tu sei un noto regista di fiction e lavori molto sui prodotti televisivi, qual’è la differenza tra un prodotto commerciale e le opere che vengono presentate in questi festival?
La risposta è incredibilmente semplice, generalmente abbiamo meno di 19 giorni per confezionare un film di un’ora e mezzo, e poi siamo condizionati moltissimo dalla libertà di espressione, o meglio ci dicono gli stili da adottare, come dobbiamo girare, come impostare gli attori insomma siamo abbastanza legati in questo, cosa che un autore che presenta un cortometraggio o un mediometraggio non ha. L’autore di cortometraggi, è “l’autore più libero in assoluto”, organizza come meglio crede il suo lavoro anche in fuzione del budget che ha, ma soprattutto ha una forte libertà di espressione.
Come tua prima partecipazione da giurato all’AIFF, cosa ti aspetti da questa quinta edizione?
Sicuramente visto il calore come semplice partecipante che ho ricevuto lo scorso anno, a livello umano e professionale, mi aspetto di poter giudicare realmente i migliori. Finalmente in un festival si può far vincere chi veramente lo merita, perchè come si sa in Italia soprattutto la meritocrazia è un po al ribasso. Il mio obiettivo è quello di giudicare insieme agli altri giurati le opere migliori che meritano di essere premiate.
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www.arianofilmfestival.com