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CAPAREZZA, “ECCO IL MIO ALBUM E…TI FA STARE BENE”

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Il cantante spiega al pubblico il significato del suo nuovo album “Prisoner 709” oggi certificato disco di platino.

 

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A giugno del 2015, il fischio (allora sopportabile) che avevo nelle orecchie da anni, è aumentato fino a diventare una tortura, probabilmente a causa dell’abuso dei volumi. La patologia si chiama “acufene”. Non si conosce abbastanza, non se ne parla abbastanza, in molti sostengono di poterla debellare e, secondo la mia personale esperienza, non ne sono affatto capaci. “Chi troverà il rimedio per l’acufene vincerà il Nobel” è la frase più ricorrente nei forum, l’altra è: “Non c’è rimedio, te lo devi tenere”. Per diversi mesi mi sono classicamente chiesto perché proprio a me. Me lo sono chiesto perché ho concentrato tutta l’esistenza sulla musica come fossi un predestinato, come se nulla potesse accadermi,almeno fino a questo colpo di scena. Nell’arco della mia vita centinaia di scelte diverse mi avrebbero portato in centinaia di direzioni e oggi avrei potuto essere l’esatto opposto di ciò che presumo io sia. E invece, anche stavolta sono tornato a scrivere.

Prisoner 709…
Prisoner 709 è un album sulla mia prigionia. Il ruolo centrale di questo disco è lo zero che ha la forma del disco stesso e che rappresenta la scelta tra una parola di 7 lettere e una di 9 (Es: Michele o Caparezza). Ogni traccia di questo disco ha un suo 709 (“libertà o prigionia”, “aprirsi o chiudersi”, “compact o streaming”). L’album è un percorso di autoanalisi che parte da una situazione di disagio (rappresentata senza mezzi termini nel brano d’apertura “Prosopagnosia”) ed arriva alla sua accettazione (nella traccia finale “Prosopagno sia!”). I brani sono 16 (la somma di 7 e 9) e ciascuno di essi rappresenta un capitolo del carcere mentale (“il reato”, “la pena”, “l’ora d’aria”, “la lettera”, ecc..) da cui tento di evadere. La stessa copertina di questo mio disco numero 7 (o numero 9 se contiamo i due demo non pubblicati) mi vede ingabbiato all’interno di una struttura da cui potrei evidentemente evadere se solo lo volessi. La scelta del bianco e nero, in contrapposizione all’esplosione di colori della copertina di “Museica”, è
dovuta al bipolarismo del progetto ed è perfetta per raccontare come ho visto il mondo in questo anno e mezzo di composizione. Sono un artista libero o sono prigioniero di questo ruolo? Sono felice o solo soddisfatto? Fare dischi era nel mio destino o è stato solo un grosso equivoco? Sono tante le domande esistenziali che mi sono posto mentre scrivevo questo disco, mentre cercavo di superare lo shock dell’acufene che mi ha colpito nel 2015, mentre cercavo di reinterpretare i tarocchi che avevo davanti.

Perchè’ prisoners?
Durante le mie letture mi sono imbattuto in quello che viene chiamato “Esperimento della prigione di Stanford” a cura dello psicologo Philip Zimbardo. L’esperimento consisteva nel far recitare il ruolo di guardie e di prigionieri ad alcuni studenti universitari per due settimane. Fu interrotto dopo appena sei giorni perché nessuno riusciva più a sganciarsi dal ruolo assegnato. Le guardie divennero estremamente violente e i detenuti, annichiliti, finirono con l’accettare passivamente qualsiasi vessazione. Il prigioniero 819 tentò con uno sciopero della fame di sabotare l’esperimento e chiese di vedere un dottore abbandonandosi ad una crisi isterica. E’pensando a quel prigioniero che è nato il titolo “Prisoner 709”.

Forever Jung feat Dmc
Capitolo: lo psicologo 709: guarire o ammalarsi. Il rap è psicoterapia quindi materia mia. Block notes, penna a sfera, via! Azzardo l’ipotesi che il rap sia, nella possibilità di raccontare se stessi in un flusso incontrollato, una sorta di evoluzione delle scoperte di Freud e Jung. In questa traccia il rap torna a vestire i panni dello psicologo come nell’86, quando irruppe nella mia vita tramite i Run DMC. Ecco spiegata la presenza di Darryl Mc Daniels in questa traccia.

 
 

Confusianesimo
Capitolo: il conforto 709: ragione o religione. C’è una scienza dietro le religioni Io sono uno scettico. Non riesco a trovare pace in nessuna dottrina, religiosa o spirituale che sia. Un po’ mi dispiace perché mi rendo conto che se avessi un credo sarei più sereno. In questo sfogo cerco di capire come sarebbe la mia vita se aderissi a tutte le religioni contemporaneamente.

Iltesto che avrei voluto scrivere
Capitolo: la lettera 709: romanzo o biografia Scrivo tanto, soddisfatto mai. Sono il vanto per i cartolai. Essere insoddisfatti porta spesso a ricominciare. La lettera che tento di scrivere dalla mia cella mentale è inconcludente, sbagliata, priva di ispirazione. Tutto ciò che rimane è la tenacia, la voglia di mettersi in gioco a prescindere dal risultato.

Una chiave
Capitolo: il colloquio 709: aprirsi o chiudersi Chi dice che il mondo è meraviglioso non ha visto quello che ti stai creando per restarci Non è un parente che viene a farmi visita ma un bambino col mio stesso nome e cognome. Parlo con lui cercando di infondergli la sicurezza che non ha mai avuto. Ma il piccolo ha inaspettatamente più coraggio di me e mi suggerisce di rinchiuderlo definitivamente nel passato. Forse è questa la chiave.

Ti fa stare bene
Capitolo: L’ora d’aria 709: frivolo o impegnato Soffia nelle bolle con le guance piene e disegna smorfie sulle facce serie Basta autocommiserazione. Un coro di bambini mi suggerisce alcune cose da fare per ritrovare la libertà .

   

Migliora la tua memoria con un click feat. Max Gazzé
Capitolo: il flashback 709: ricorda o dimentica Ciao, se hai cliccato questo file di sicuro hai vuoti di memoria, lo scrissi perché non potevo accedere alla posta e pensai: “Non ricordi le password, figuriamoci la storia” Prima che la memoria si offuschi raccolgo informazioni su chi sono e su cosa mi piace, poi carico tutto su un file chiamato “Migliora la tua memoria con un click”. Quando sarò anziano mi basterà aprirlo per ritrovare me stesso.

Larsen
Capitolo: la tortura 709: perdono o punizione Mi rivolsi ad uno specialista che mi disse: ”C’è una sola cura, come prima cosa nella lista, parla con l’orecchio, chiedi scusa” Questo pezzo parla del mio acufene e di tutti i modi con cui ho tentato di sconfiggerlo, senza alcun risultato.

Sogno di potere
Capitolo: la rivolta 709: servire o comandare Poco adatto a governare, come Ludwig Der Zweite, non mi cambierai nemmeno a pugni e testate. Pare che chiunque voglia ricoprire un ruolo di potere. Io no. Io mi sento come Ludovico II di Baviera che, una volta divenuto re (senza averlo nemmeno desiderato), si mostrò più interessato ai drammi musicali di Wagner o alla costruzione della sua Neverland che alla guida del regno.

L’uomo che permette
Capitolo: la guardia 709: innocuo o criminale L’uomo che premette sono io che non lo ammetto mai La guardia, nella prigione mentale, è la mia parte oscura. Molti di noi si nascondono dietro un velo di tolleranza che si squarcia al primo alito di propaganda.

Minimoog feat. John De Leo
Capitolo: l’infermeria 709: graffio o cicatrice I chirurghi sono Mickey Rourke, io Miki Munch. Ho le loro dita addosso come un Minimoog Colpito dalla mia stessa invettiva mi ritrovo sul lettino dell’infermeria circondato da medici che tentano di rimettermi in sesto.

 

L’infinito finto
Capitolo: la finestra 709: persone o programmi E ti scandalizzi se ti rivelo che siamo finti? Proprio non realizzi che per gli alieni tu manco esisti? La teoria dell’universo simulato sostiene che il pianeta terra sia un enorme, evoluto, videogame. Quando affronto questo argomento, noto che coloro che credono in Dio, nella reincarnazione, negli extraterrestri e in Babbo Natale si stizziscono. Io invece trovo che sia uno scenario verosimile, anzi, l’idea di una simulazione spiegherebbe e giustificherebbe gran parte degli atteggiamenti che prima faticavo a comprendere.

Autoipnotica
Capitolo: l’evasione 709: fuggire o ritornare La mia macchina è il cursore di una lampo sulla linea tratteggiata, guardo nel retrovisore, dietro me si sta scucendo l’autostrada. Progetto la mia evasione a bordo di un’auto perché mentre guido faccio viaggi mentali come fossi sotto ipnosi.

Prosopagno sia!
Capitolo: La latitanza 709: Libertà o prigionia In questa traccia di me non c’è alcuna traccia .

 

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caparezza.com

 

 

 

 

 
 
Claudio Raccagni
Scrittore, redattore, opinionista d’arte contemporanea. Nel Giugno 2009 viene invitato al convegno contro le violenze alle donne, ai minori ed in generale, presso l’Università Roma Tre, Roma. Il suo impegno contro l’illegalità o le violenze in genere lo vede collaborare tra il 2009 e il 2011 con la ICAA (INTERNATIONAL CRIME ANALYSIS ASSOCIATION). Collabora con vari giornali online. Sue interviste a Romina Power; Lorella Cuccarini; Ilona Staller; Nina Soldano; l’artista mondiale abarama ed altri ancora.
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