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COME HANNO GIRATO ADOLESCENCE? L’AZZARDATO PIANO SEQUENZA CHE HA CAMBIATO LA SERIE

La sfida tecnica dietro il piano sequenza: un'esperienza immersiva in tempo reale

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Dalle riprese in una scuola affollata alla tensione in un interrogatorio: la maestria di regista e direttore della fotografia.

 

La serie “Adolescence” su Netflix rappresenta un audace esperimento cinematografico, con ogni episodio girato interamente in unico piano sequenza, senza tagli né montaggio nascosto. Questo approccio tecnico è stato scelto dai creatori per offrire un’esperienza immersiva, seguendo il protagonista Jamie Miller e gli altri personaggi in tempo reale, senza interruzioni.

 
 

Collaborazione tra regista e direttore della fotografia

Il regista Philip Barantini e il direttore della fotografia Matthew Lewis hanno lavorato fianco a fianco per realizzare questa visione, facendo della continuità un elemento chiave. La sceneggiatura di Jack Thorne è stata adattata per funzionare senza stacchi, richiedendo che ogni movimento della macchina da presa avesse una motivazione precisa. Ogni ripresa è stata coreografata come una danza, con attori e operatori che si sono dovuti sincronizzare perfettamente per mantenere l’illusione di una narrazione continua.

  

Gestione degli spazi e delle transizioni

Una delle principali sfide che il team ha dovuto affrontare è stata la gestione degli spazi complessi. Nel primo episodio, ad esempio, la narrazione inizia con una perquisizione della polizia, spostandosi tra un’abitazione privata, un’auto e una stazione di polizia. Per ottenere una continuità visiva senza interruzioni, la produzione ha dovuto combinare set reali e ricostruiti in studio. La macchina da presa, inizialmente montata su un furgone, veniva spostata con precisione grazie a un sistema leggero che permetteva agli operatori di passarsi la DJI Ronin 4D senza compromettere la fluidità dell’immagine.

Riprese in ambienti complessi

Uno degli episodi più complessi è stato il secondo, ambientato in una scuola affollata con centinaia di studenti in movimento. Il team ha installato una rete di ricevitori video per garantire la connessione costante con la regia, mentre gli assistenti di produzione guidavano gli studenti dietro le quinte per evitare confusioni. La coordinazione e l’attenzione ai dettagli sono state fondamentali per evitare errori, poiché il piano sequenza non permetteva possibilità di riprendere in caso di sbagli.

Sequenze emotivamente intense

Nel terzo episodio, che si concentra su un interrogatorio, il movimento della macchina da presa era basato sulle reazioni degli attori. Ogni piccolo gesto o variazione emotiva diventava un segnale per il movimento della macchina, dimostrando come il piano sequenza fosse il risultato di una perfetta sintonia tra regia, fotografia e performance.

 
 

Conclusione

Nonostante le difficoltà, come problemi tecnici con il fuoco automatico o interruzioni impreviste, il risultato è un’opera autentica che non fa uso di montaggio digitale. “Adolescence” si conferma un esperimento cinematografico di rara intensità, dove ogni episodio è un esempio di maestria tecnica e creativa. Chi non l’ha vista dovrebbe farlo subito per scoprire una serie che spinge i confini del cinema televisivo.

 

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