INTERVISTE

INTERVISTA ALL’ AUTORE E SCRITTORE SIMONE POZZATI

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LABBRA BLU- TRA SIMBOLI E PAROLE “SBIADITE”Un inno al silenzio. Una lettura che si ferma tra lo stomaco e la gola, come un urlo soffocato nell’incertezza dell’esistere. La raccolta è un viaggio nell’umana follia, nata dalla penna caustica di Simone Pozzati e illustrata da Simone Di Matteo.  Scritto da Simone Pozzati per la collana Frammenti della Diamond Editrice, il libro è un’odissea nella follia umana, una discesa nell’inconscio, affine, seppur solo metaforicamente, al viaggio che compiono gli Eroi di Omero e Virgilio e a quello di Dante nell’inferno. Nove storie d’inusuale follia si snodano tra presente e passato, tra amori impossibili e ossessioni devastanti. Racconti brevi quanto affilati, ognuno dei quali aperto da una terzina della Divina Commedia. L’intento di queste storie è far riflettere sulla fragilità umana.I finali non sono mai scontati, semmai imprevisti, e la narrazione a ritmo serrato leva il fiato, proprio come suggerisce il colore delle labbra.

Perché questo titolo Labbra Blu?
Viviamo nell’epoca dell’incertezza, attanagliati da una crisi generale. Si fa un’enorRiflessioni di cartame fatica a realizzarsi in ogni settore, a volte bisogna scappare per riuscire. Il senso di fallimento sembra rincorrerci. I giornali ci bombardano di notizie di cronaca nera, siamo asfissiati da questo clima di tensione e da una sorta di sproporzione tra l’essere e l’apparire. I social network ne sono spesso il teatro. Specchio di un arrivismo all’ordine del giorno. Tutto ciò è drammatico. Ogni parola può perdere di significato, ogni dettaglio è ostentato se non accompagnato da fatti. Labbra Blu non è stato un titolo casuale, visto che rimanda alla cianosi (mancanza di ossigeno), ma anche al mercurio, alla morte, è quindi un simbolo di rinascita, di metamorfosi. La morte del verbo in favore dell’azione. Le parole mutano di senso, i simboli, i numeri e le note no, sono universali. La parola Blue poi, ha una derivazione da blavus e significa sbiadito- divenire smorto, la sua corrispondente in italiano per indicare il colore è ciano. Il termine viene dalla leggenda della dea Flora che trovò il suo amato di nome Cyanus morto in un campo di fiori blu (fiordalisi) Fleur de lis che è il giglio di Francia nonchè quello di Firenze… Questo fiore è quindi anche il giglio d’acqua, o loto blu. Qualcuno dice sia il fiore del demonio. Io l’ho visto anche sul capo di antiche divinità come Ammone. Amon significa occulto, ma l’occulto è ciò che è nascosto. Sembra che gli effetti del loto blu siano narcotici ed euforici, diventando un lieve allucinogeno a dosi più elevate. Si dice che il fiore migliori anche la sessualità e l’eccitazione. Lo stemma del giglio è correntemente rappresentato in forma stilizzata, giallo su fondo azzurro: d’azzurro seminato di gigli d’oro o d’azzurro a tre gigli d’oro per la versione moderna. Ma il colore oro rimanda alla bocca (os, oris dal latino bocca), quindi alle labbra, il blu è sullo sfondo…

 
 

Il tuo libro sembra legato anche all’alchimia…
12079577_1665954030289883_7680494907753460976_nPeter Blue è il nome del protagonista di Blue Lips, ma Peter Blue è anche la pietra blu o vetriolo quello che gli alchimisti definivano V.I.T.R.I.O.L.U.M. un acronimo formato da 9 lettere Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Veram Medicinam, che significa “Visita l’interno della terra, e rettificando troverai la pietra nascosta che è la vera medicina”. Siamo invitati a discendere negli inferi, nell’inconscio. La terra è il simbolo dell’uomo fisico. L’uomo deve prendere coscienza del suo mondo interiore, di chi è, cosa sta facendo, quali sono le sue motivazioni. Inoltre questo VITRIOLUM è il percorso iniziatico degli Eroi- Heroi figli di Iside.Le labbra rimandano oltre che alla parola, all’organo sessuale femminile. Nel racconto c’è l’immagine dei pensieri paragonati a cavalli che corrono inghiottiti dal nero del mare al tramonto a suggerire la morte della libido, un’altra delle tante immagini fortemente alchemiche.

  

…e il legame con la Divina Commedia?
L’idea di legare i racconti alla Commedia è venuta a posteriori, dopo aver terminato la prima stesura del libro. Sicuramente è scaturita dal fatto che i racconti fossero nove e che i personaggi avessero delle forti affinità con i dannati dei gironi danteschi. Ma c’è di più, la figura del folle è da sempre rappresentata come un viandante in continuo viaggio, e quindi la follia diventa metafora del “viaggio” (attraverso i personaggi); un percorso interiore per l’appunto a cui prima accennavo. L’Alchimia può anche essere definita la scienza dei folli. Oltretutto mi interessava il poeta fiorentino per via del suo esoterismo, per la numerologia e l’uso di simboli. E infine mi piace ricordare che Dante nella Commedia cita Arnoldo Daniello altra figura enigmatica. Il trovatore francese noto per l’uso del suo verso palindromo. E il francese è la lingua usata per la cabala fonetica nella sua stretta e doppia parentela con la lingua greco-latina.

Blue Lips è quindi il racconto cardine della tua opera. Narra di una rockstar e la sua dipendenza dall’eroina. Tu sei anche autore di canzoni qual è il tuo rapporto con la musica?
La musica è stata molto importante nella mia vita e lo è ancora. Sono un autore di canzoni cresciuto ascoltando i cantautori italiani, e il testo di canzone è stata la prima forma di scrittura a cui mi sono avvicinato. Della canzone adoro la sintesi poetica che con pochi dettagli fa identificare tante persone nella stessa storia.

Attualmente quali autori di canzone italiani…
Ce ne sono molti che apprezzo, ultimamente ho avuto modo di ascoltare Fortunato Zampaglione cLabbra Blu Frontehe ha scritto gli ultimi successi di Giusy Ferreri («Volevo te»), Marco Mengoni («Guerriero», «Ti ho voluto bene veramente»), Francesco Renga («Il mio giorno più bello bel mondo») e Francesca Michielin («Battito di ciglia»). Ma credo che Ermal Meta, Roberto Casalino e Lorenzo Cilembrini siano quelli che preferisco e con i quali attualmente mi piacerebbe lavorare. Poi mi piace anche l’azzardo di Andrea Del Monte, un cantautore mio conterraneo che ha musicato delle poesie scritte da diversi poeti e dedicate a Pasolini. Un disco quasi ibrido il suo Caro poeta caro amico sicuramente qualcosa di diverso e insolito

Quanto c’è di tuo in queste storie?
Sicuramente di mio c’è l’attingere al pozzo oscuro dell’inconscio e rielaborare poi alcune tematiche taglienti sotto forma di racconto. Attingo da più fonti, da tutto ciò che emana o evoca vita e può far raccontare una storia. E poi scrivere per me, lo dico sempre, è come navigare un fiume senza cartina. Puoi conoscere la destinazione, ma non il percorso da affrontare. Quindi è arduo descrivere la genesi, lo sviluppo e il compimento di uno scritto. Attraversare quel “fiume” spesso significa avanzare galleggiando sulla somma di tante gocce. La narrazione è un’arte coalescente, come olio e acqua non si mescolano, così alcuni messaggi sono superficiali, altri più profondi.

In due racconti: “l’abito perfetto” e “il ritrattista” emergono degli amori travagliati tra persone dello stesso sesso, cosa pensi dell’amore?
L’amore è dietro ogni cosa, a volte dietro l’angolo (ride). Il motore che muove tutto. Non penso ci sia altro da aggiungere, se non… amiamoci di più.

 
 

Abbiamo visto diversi lettori di Labbra Blu tra cui personaggi della tv e dello spettacolo farsi dei selfie con il libro e le labbra tinte di blu… ci spieghi meglio questa cosa? Si tratta solo di una trovata commerciale o c’è qualcosa in più…
Non è stata solo una trovata commerciale, ma piuttosto un messaggio filosofico. Ho inteso le labbra blu come la morte della parola in favore dell’azione, o per dirla in latino facta non verba. Fare qualcosa di concreto per cambiare questo clima di crisi culturale.

Ti abbiamo visto in Ostaggi di Lorenzo Moriconi e Simone Finotti…
Recentemente ho partecipato a questo film perché Ostaggi è metafora e provocazione. È anche denuncia, di un Paese in declino, dove l’arte e la cultura occupano spazi sempre più delineati.

Stai già lavorando a un nuovo libro?
Attualmente sto scrivendo una raccolta di racconti, ma sono ancora incerto sul titolo. Ho però buoni presupposti per credere che il prossimo lavoro non deluderà coloro che hanno apprezzato Labbra Blu.

Una frase del tuo libro…
…la droga è come una prostituta che ti attende con le cosce divaricate, ti trascina quando vuole nel suo letto, tu te la fai, ma è lei a fotterti, anima e corpo.

Per concludere, c’è qualcosa che vuoi dire ai lettori di iMOVIEZ Magazine?
Leggete: un libro, un giornale, la lista della spesa o delle cose da fare. Siate curiosi, osate, non fermatevi all’apparenza delle cose. Cambiate punto di vista se necessario e quando questo non basta, provate a cambiare voi stessi.

È curioso come la parola leggere venga da lego (legare, ma anche scegliere) e come la parola libro da libero. Sono apparentemente due termini che vanno in accordo o in disaccordo.
Ancora buona lettura a tutti e grazie a iMOVIEZ Magazine per questa splendida intervista.

  
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