Nato in Svizzera nel 1982 di genitori Napoletani, ha capito sin da bambino che la recitazione era la sua strada, ma il Canton Ticino non è mai stato per lui un buon terreno per coltivare questa passione. Ma all’età di 20 anni decise di provarci con una scuola di recitazione a Milano, e da lì la sua passione non ha fatto altro che alimentarsi e crescere. Ora è un attore professionista, ed anche se ci racconta che è le difficoltà sono molte, lui non si perde d’animo e continua la sua strada aspettando la sua occasione. Conosciuto principalmente per la sua recente partecipazione al film di Mohammed Soudani: “Oro Verde” con Fausto Sciarappa e Giorgia Würth.
Perché dici che è molto difficile il mestiere di attore in Svizzera?
Più che in Svizzera è difficile nel Canton Ticino dove vivo. Questo perché quasi tutte le produzioni non credono che esistano attori ticinesi e quindi quando si tratta di girare un film o una serie tv nella Svizzera italiana, gli attori principali sono scelti all’estero. Questo mi dispiace, però sotto un certo punto di vista posso anche capirlo, perché qui in Ticino non si è mai fatto nulla per far capire alle piccole e grandi produzioni che l’attore ticinese esiste e può essere anche molto bravo. Purtroppo qui l’attore viene visto unicamente come un hobby e non un lavoro serio; infatti chi vuole fare questo mestiere deve andare in Svizzera tedesca o francese per avere qualche speranza, o addirittura andare all’estero come hanno fatto molti attori nati qui in Ticino. Stando qui non c’è abbastanza lavoro che ti possa assicurare una qualsiasi serenità economica, in quanto qui si gira un film una volta l’anno. Quindi o sai il tedesco ed il francese o vai oltrefrontiera. Purtroppo non c’è nessuna formazione seria o una qualsiasi vetrina importante per mostrare a tutti che l’attore ticinese può essere un attore professionista come succede in moltissime nazioni. L’attore in Ticino come professione sembra non riconosciuta e non sò il perché. Se poi mettiamo anche che in Svizzera la maggior parte delle produzioni sono tedesche o francesi, e quando devono fare qualcosa in italiano come uno spot pubblicitario, assumono attori di lingua madre straniera che sanno l’italiano, risulta che alcuni spot diventino un po’ ridicoli. Ma a quanto pare qui funziona così.
Però in Svizzera si parlano quattro lingue che sono appunto le lingue nazionali, perché non lavorare nella parte francese o tedesca?
Infatti l’Italiano è una delle lingue nazionali, perché io dovrei per forza imparare il tedesco e il francese in maniera perfetta per lavorare? L’Italiano dove lo mettiamo? Io ho sempre avuto problemi con il tedesco, e il francese anche se è una lingua che so parlare, non la so parlare a livello professionale, ma è quest’obbligo di dover sapere il tedesco o il francese per poter lavorare che non mi piace. Comunque la fuga di cervelli non c’è solo nel campo della recitazione, sembra proprio una questione culturale della Svizzera italiana e in più il resto della Svizzera non aiuta a cambiare la situazione.
Parlando della tua carriera che tu definisci ancora agli inizi anche se dura da 12 anni, i ruoli per cui sei attualmente conosciuto sono in produzioni Svizzere.
Vero e di questo sono grato e mi sento fortunato, perché anche se piccoli ruoli, sono comunque ruoli per produzioni nazionali in lingua italiana. E ripeto che sono grato che mi chiamino per lavorare nella mia nazione ma soprattutto nella mia lingua madre. Anche perché ora, vivendo qui, è più facile per me farmi conoscere. Se avessi continuato a lavorare in Inghilterra forse sarebbe andata diversamente o forse avrei fatto la comparsa tutta la vita, perché in Inghilterra anche se le produzioni sono moltissime, è difficile farsi strada tra coloro che hanno studiato in scuole di recitazione importanti mentre io ho una formazione attorale non proprio riconosciuta. Ma non è una contraddizione quella di dire che in Ticino non si lavora e poi avere il curriculum solo con produzioni ticinesi, perché guardando ai fatti, è sempre un film all’anno e capita anche che per quel film che si fa una o due volte l’anno non ci siano ruoli per me. Il mio riportare questa mancanza nei confronti degli artisti ticinesi non vuol dire che mi rifiuto di lavorare per produzioni svizzere, vorrei solo che ci fossero più produzioni con più attori svizzeri di madre lingua italiana.
Parlando ora del tuo futuro, ci hai detto che oltre a Londra e Lugano, potrebbe anche esserci Roma.
Questa è una cosa che spero vivamente, anche se ho lavorato per produzioni italiane ma mai in Italia…
Come mai?
Perché ho preferito concentrarmi su Londra e Lugano, non c’è nessun motivo particolare dietro questa scelta, ma ora che Londra non è più una priorità come prima, sto valutando altre possibilità, e la scelta più logica è caduta su Roma, in quanto di produzioni non ne mancano e moltissime sono davvero ottime, e quando le guardo in televisione o al cinema, mi dico “quanto vorrei esserci anche io” allora anche se al momento è solo un idea, spero che in un futuro non troppo lontano si concretizzi così io possa lavorare anche a Roma. Ma in questo mestiere niente è facile, specialmente per chi non è un attore conosciuto. Ma da qualche parte si dovrà pur cominciare, ed anche se potrà essere un’impresa ardua, non ho problemi a farmi la gavetta anche in Italia. Anche perché penso che è proprio grazie al mio sangue napoletano che ho deciso di fare l’attore. Spero tanto che il pubblico italiano mi apprezzi se ci sarà occasione per farmi conoscere.
E con questo ti ringraziamo per essere stato con noi e ti auguriamo un fortissimo in bocca al lupo sperano di rivederti presto in Italia.