Days of Suffering – Horror Fairytale è il lungo lungometraggio d’esordio del giovane regista Alessandro Braga, girato nell’ estate del 2011 e interamente autofinanziato, il film racconta la storia di Arianna una neo-studentessa universitaria appena trasferitasi a Milano per iniziare gli studi universitari. Arianna ha un rapporto particolre con l’uso del suo suo pc portatile, infatti lo ha trasformato in una sorta di diario segreto al quale si confida quotidianamente attraverso la webcam , e conserva i video girati all’interno dell’hard disk. Dopo aver preso possesso del suo nuovo appartamento , la ragazza entra in contatto con altre studentesse, una coinquilina e una fidanzata, insieme formeranno un gruppo di inseparabili perdigiorno Ma la webcam e il video-diario continueranno ad essere per Arianna un punto fermo ed irrinunciabile, tanto che , anche le altre ragazze inizieranno ad entrare a far parte di questo Grande Fratello casalingo. Ma l’idilliaca trasferta milanese verrà bruscamente interrotta da un fatto di sangue, un suicidio che farà da apripista ad una serie di eventi che vedranno Arianna come centro nevralgico. Days of Suffering – Horror Fairytale è l’ ennesima copia di Paranormal Activity con una differenza sostanziale rispetto ad altre. Oovvero che questa è veramente mal riuscita, al di la dell’ usi ormai troppo abusata della macchina a manon o della cam fissa simil-amatoriale che onestamente hanno ormai stancato, il film è un naufragio completo. Come spesso accade negli ultimi tempi, quando si sente parlare di horror spesso ci troviamo a fare i conti con l’ennesima copia di Paranormal Activity o Blair Witch Project , genere che ha francamente ormai stancato , ma in questo caso abbiamo a che fare con una specie di ibrido, poco definito e soprattutto mal riuscito. Di tutte le copie che oramai impazzano ovunque Days of Suffering – Horror Fairytale è forse una delle peggiori. Alessandro Braga, si lancia nell’avventura filmica con un opera della durata spropositata di 115 minuti, che risultano ingestibili per chi non ha grandi esperienze alle spalle, e soprattutto, per chi decide di ricoprire da solo i ruoli fondamentali di regista, sceneggiatore e produttore. Un film che non è un horror , non è un trhiller, e che non si avvicina nemmeno minimamnte ai canoni dei generi citati. Totalmente privo di sceneggiatura e con dialoghi insipidi, la trama di Days of Suffering – Horror Fairytale si regge su una non-storia , che apre le porte ad una sorta di complotto poco chiaro che alla fine non si sa come, arriverà a coinvolge la chiesa. Per tutta la prima parte 40 interminabili minuti si vede solo Arianna che parla alla webcam e poco altro. La stessa Milano che dovrebbe rappresentare uno dei fulcri della storia e una sfumata e fugace comparsa in ombra, come una cartolina sbiadita. La parte tecnico-artistica ha delle limitazioni ancora più accentuate, gli attori hanno una recitazione mediocre e poco credibile, risultando completamente fuori parte , così come le comparse , che nei panni di agenti di polizia scientifica, di giornalisti, agenti segreti e di frati , sfiorano il ridicolo. L’utilizzo della webcam, misto alla macchina a mano e alle inquadrature classiche accompagnate da carrellate non è proprio una scelta felice così come le musiche che in alcune scene chiave risultano quantonemo singolari. Certo come detto ad inizo articolo, Days of Suffering – Horror Fairytale è un progetto autofinanziato a basso budget, ma questo sta diventando ormai un alibi per mascherare spesso gli errori grossolani e le pecche di sceneggiatura. Stando alle dichiarazioni di un esponenete importante della troupe per questo film sono stati spesi circa 10000 euro, di certo una cifra bassa per lo standard ma elevata se si pensa ad altre produzioni che con un decimo di questa cifra hanno sviluppato progetti di gran lunga superiori e non di poco.Concludendo possiamo dire che i giorni della sofferenzaall’interno del film non esistono proprio ,anzi la sofferenza è del pubblico, l’unica cosa che va lodata è senza dubbio l’impegno dimostrato dalla troupe e dal cast, nel realizzare quest’opera. Noi non posssiamo far altro che aspettere nuovi film magari di spessore più elevato da parte di Braga
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fonte: ingenerecinema