LUNGOMETRAGGI

Finchè Morte Non Vi Separi

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Mentre una coppia sta per essere unita in matrimonio dal sindaco del paese, si susseguono quattro storie proprio sul tema del matrimonio.Moglie e marito sono in procinto di divorziare e la loro bambina trova come unico amico un giocattolo dalle sembianze mostruose. Ma questo giocattolo sembra essere dotato di vita propria.Una donna frustrata dalla condizione di moglie e madre è soggetta a schizofrenia e continuamente invogliata dalla sua controparte a porre fine alla sua condizione di schiavitù familiare.Una giovane moglie è oggetto della pignoleria del marito che si spinge fino a conseguenze umilianti. Quando la donna confessa al marito di essere incinta, l’uomo vede cadere ogni certezza dal momento che la gravidanza non era programmata. Un uomo afflitto da debiti di gioco è intenzionato a togliere di mezzo la moglie malata e per far ciò trova l’appoggio di un suo amico medico. Una volta morta, la donna comincerà a perseguitare il marito.

Dietro questa singolare operazione si cela la Gothic Produzioni di Bruno Di Marcello, piccola casa di produzione che negli anni ha prodotto diversi film di discreto successo.

 
 

Il filo conduttore tra i diversi episodi, è la comune tematica del matrimonio . Il primo episodio, che da il titolo all’intero film,  scritto e diretto da Alfredo Arciero , mostra il punto di vista del matrimonio dal mondo  infantile. Una bambina  si trova a vivere quotidianamente tra liti e discussioni, che rappresentano il corollario di un matrimonio ormai destinato a finire. Come una spugna, la bambina assorbe le tensioni negative che campeggiano in casa e le scarica in un simulacro del male, qui rappresentato non molto originalmente in un pupazzo mostruoso, inseparabile amico della bambina. Il secondo episodio, titolato “Doppelgaenger”, è diretto da Gianluca Russo su  la sceneggiatura è firmata da  Marco Borromei. In questo episodio si punta sul classico espediente dello sdoppiamento di personalità per descrivere una situazione di disagio familiare da parte di una giovane donna e madre, schiava della sua condizione. Le angherie subite quotidianamente da marito e figli, che non sanno apprezzare i suoi sforzi, portano la donna ad accumulare rabbia e rancore, immancabilmente destinati ad esplodere. Il terzo episodio  il più corto dei quattro ,si intitola  “Embryo”, scritto e diretto da Giovanni Pianigiani . Un folle  trattato sulle angherie  ai danni di una giovane moglie e allo stesso tempo un paradossale ritratto di sopportazione femminile. Lei, ha una pazienza quasi soprannaturale di fronte agli irritanti e surreali comportamenti di lui. L’ultimo episodio, “Presagi”, scritto e diretto da “Bruno Di Marcello”  è  il più classico nella costruzione e nello svolgimento. La situazione raccontata ci ricorda tanto un episodio alla “Creepshow”, epilogo compreso, e cerca di esplorare la meschinità umana contestualizzando il tutto in una situazione da crisi di coppia. Lui viscido giocatore d’azzardo, lei (interpretata da Fiorenza Cafà) non più giovane e malaticcia, rappresentano un’ideale incarnazione del matrimonio scoppiato in cui idealmente nessuno dei due potrebbe rifarsi una vita

  
  
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